Potatura dell’ulivo
obbietivi della coretta potatura dell’ulivo
consequenze della mancata potatura di produzione
turni della potatura
intensità di potatura
POTATURA DELL’ULIVO
La potatura consiste in una serie di tagli realizzate nei primi anni dall'impianto per conferire all'olivo la forma più consona alla sua funzionalità e alle esigenze colturali (potatura di allevamento) e successivamente per conservare la forma prescelta, contenere lo sviluppo della chioma e mantenere in equilibrio l'attività vegetativa e quella produttiva (potatura di produzione).
Una corretta potatura deve consentire di: far assumere in breve tempo all'albero la forma voluta per non rallentare l'entrata in produzione; migliorare la quantità, la costanza e la qualità della produzione, sia proporzionando la quantità di rami lasciati sull'albero (e quindi la potenzialità produttiva) al suo stato nutrizionale, sia favorendo l'illuminazione e l'arieggiamento di tutta la chioma; allungare al massimo il periodo di maturità produttiva ritardando la senescenza dell'albero sia mantenendo un equilibrio vegeto-produttivo, sia favorendo un elevato rapporto fra la massa fogliare e la massa legnosa, sia garantendo la circolazione dell'aria nella chioma ed eliminando le parti attaccate da parassiti o danneggiate; agevolare le operazioni colturali e quindi ridurre i costi di produzione.
Quando nell'albero, a causa dell'età e/o di potature irrazionali, si accumula molta massa legnosa, le risorse necessarie per il mantenimento della struttura scheletrica aumentano fortemente e allora risorse sempre più scarse rimangono disponibili per la formazione di nuovi germogli e radici.
Conseguentemente, riducendosi sia la superficie fogliare, e quindi l'assimilazione fotosintetica complessiva, sia l'assorbimento radicale di acqua e nutrienti, l'attività dell'albero diminuisce e si instaura così un circolo vizioso che porta al progressivo indebolimento (senescenza) dell'albero. La potatura deve allora tendere a mantenere elevato il rapporto massa fogliare/massa legnosa, soprattutto procedendo al rinnovamento delle strutture legnose invecchiate ed evitando l'allontanamento dalla vegetazione dalla struttura scheletrica.
CONSEGUENZE DELLA MANCATA ATTUAZIONE DELLA POTATURA DI PRODUZIONE
In un olivo adulto non più potato, i succhioni prendono il sopravvento sulle altre parti della chioma e la vegetazione si sposta nella porzione superiore della chioma, che gode della migliore illuminazione, mentre nella parte sottostante le branche si spogliano progressivamente di vegetazione per effetto dell'ombreggiamento e di attacchi parassitari favoriti dell'ombreggiamento stesso e dallo scarso arieggiamento (Figura 9).
Nei primi anni l'albero può formare anche una notevole quantità di frutti, superiore alle sue capacità nutrizionali, per cui si ha un'elevata cascola e i frutti giunti a maturazione sono piccoli e con ridotto contenuto in olio. La forte concorrenza esercitata dall'elevato carico di frutti deprime lo sviluppo vegetativo, innescando così una forte alternanza di produzione. Dopo alcuni anni, diventa più difficoltosa la raccolta sia manuale o agevolata (a causa dell'infoltimento della chioma) sia con vibratori del tronco (per la riduzione della trasmissione della vibrazione).
TURNO, INTERVALI TRA INTERVENTI DELLA POTATURA
La vecchia scuola della potatura chiamata al “antica” prevedeva la drastica potatura dell'ulivo che rimaneva per paio di anni improduttivo, logicamente forte alternanze di produzione.Spesso i stacchi del uliveto venivano divisi ed una parte andava in produzione un'altra veniva potata rimanendo senza produzione. Appena il stacco potato entrava in produzione si poteva potare altra parte dello stacco. Dietro di questa logica di potatura c’era pure un'altra esigenza: ricavare il legno per le stufe con quali si riscaldava le case. Oggi le esigenze sono cambiate ed questa tipologia di potatura fa sì che l'albero venga messo in condizioni di forte stress e squilibrio tra la chioma ed le radici e la mancata continuità della produzione, che crea parecchi problemi nella gestione economica delle aziende agricole. Per motivi elencati sopra la scuola suggerisce la potatura annuale come, il modo perfetto per mantenere la costanza della produzione dell'olivo.
· La potatura annuale può consentire di contrastare l'alternanza di produzione, garantisce un buon arieggiamento della chioma ed una tempestiva eliminazione delle parti attaccate da parassiti e aumenta la longevità dell'albero (poiché comporta tagli più piccoli), ma implica costi molto elevati e spesso induce l'olivicoltore ad asportare un'eccessiva quantità di vegetazione rispetto alla potenzialità produttiva dell'albero (Figura 10).
· La potatura biennale è piuttosto energica e si effettua dopo l'anno di carica con tagli di ritorno sulle branche, diradamento delle branchette fruttifere, eliminazione di branchette esaurite, sfoltimento della parte interna della chioma; eventualmente, nell'anno di non potatura si può eseguire un sommario intervento per eliminare i succhioni e le parti malate. In genere, il turno biennale comporta minori costi di quello annuale, ma anche tagli più grossi e a volte maggiore alternanza. I risultati sono migliori in condizioni ambientali e colturali favorevoli dove l'olivo vegeta bene anche nell'anno in cui non è potato; in queste condizioni il turno biennale non causa diminuzioni della produzione né problemi per la raccolta meccanica e può quindi costituire il miglior.
INTENSITÀ DI POTATURA
Una potatura di adeguata intensità determina un equilibrato sviluppo dell'apparato aereo e radicale che consente un'elevata funzionalità della chioma e una fruttificazione correlata alle disponibilità nutrizionali; l'indicazione del raggiungimento di questo equilibrio è la formazione di germogli di media lunghezza (20-60 cm in dipendenza della cultivar), a portamento semi-assurgente, orizzontale o pendulo.
Una potatura troppo blanda causa un'eccessiva densità della chioma con conseguente ombreggiamento, riduzione della dimensione dei frutti e del loro contenuto percentuale in olio, depressione dell'attività vegetativa e maggiori danni causati da parassiti.
Una potatura troppo intensa sull'intera chioma induce un generale forte germogliamento ed una vigorosa crescita dei succhioni e polloni (che determinano un notevole depauperamento delle riserve dell'albero) e, di conseguenza, riduce l'attività produttiva. Un errore piuttosto diffuso, sia nella potatura di allevamento sia in quella di produzione, è proprio l'eccessiva intensità dell'intervento rispetto alle reali necessità, conosciute in Sicilia come “capitozzatura”.
Nel medio/lungo periodo ciò provoca un generale indebolimento dell'albero. Spesso questa tendenza è attribuibile alla volontà del potatore di ottenere una regolarità geometrica della chioma, non considerando che ciò che più conta è il raggiungimento di un ottimale equilibrio vegeto-produttivo. In linea generale, la quantità di vegetazione asportata con la potatura annuale non dovrebbe essere superiore al 20-30% della chioma.