potatura a vaso policonico
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POTATURA

Conversione a vaso Policonico


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In passato, l’ulivo apparteneva alle colture ritenute secondarie: utile per fornire l’olio alla famiglia e la legna da ardere per scaldarsi. Ancora oggi, diversi appezzamenti  sono contornati da pochi alberi con la sola funzione di frangivento. Spesso trascurati nelle pratiche agronomiche basilari come irrigazione, potatura, concimazione e cura fitosanitaria, innescando un circolo vizioso che porta all’innalzamento dei costi di manodopera qualora si decidesse di prendersi cura dei propri ulivi per renderli sostenibili economicamente.

 

Ma come si opera la riforma di un uliveto abbandonato o gravemente compromesso? A meno di alcuni casi e necessità, riassunti nella tabella in basso, oggi sono in molti a scegliere un approccio diverso da quello tradizionale, per ristabilire l’equilibrio e la produttività della pianta: si tratta della potatura a vaso policonico, che è possibile operare anche su alberi fino a quel momento trattati in maniera tradizionale. Il passaggio al vaso policonico non prevede interventi drastici, per evitare che gli ulivi rimangano improduttivi per anni. La conversione viene invece programmata e progressivamente effettuata nell’arco di due-tre anni: non rimuovendo, in generale, più del 20-25% della chioma a ogni intervento; per esempio tagliando una branca principale alla volta fino alla formazione di un vaso policonico completo con sole 3-4 branche principali.

Tornare indietro a un certo punto della conversione è sempre possibile, ma poco conveniente. Per questo, prima di scegliere il metodo di potatura più adatto alle proprie esigenze, è bene valutare tutte le caratteristiche e gli impegni che ogni metodo comporta. Ecco, di seguito, un rapido riepilogo:

NOTA: il servizio di mappatura è necessario per accedere agli altri servizi agricoli della Rete (stima delle produzioni e potatura) e anche per effettuare la vendita del frutto pendente a Rete InCampagna. 

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